Formia / Revoca incarico assessora Nervino: il silenzio della maggioranza, la reazione dell’opposizione

FORMIA – Il rischio è fondato: la Giunta municipale di Formia rischia la paralisi operativa se il sindaco Gianluca Taddeo non dovesse riassegnare ad un’assessora donna la delega alle politiche sociali revocata sabato 7 dicembre all’ormai licenziata Rosita Nervino. E’ questa una delle preoccupazioni che sembra assillare da lunedì mattina l’esecutivo di centro destra da quando i media hanno comunicato a divulgare il decreto shock con cui l’assessora alle Politiche sociali è stata messa alla porta per non aver condiviso la scelta – secondo il Primo Cittadino l’avrebbe anche osteggiata partecipando personalmente ad una manifestazione di protesta nella zona antistante l’ingresso del palazzo municipale – dell’amministrazione comunale di cui faceva parte di chiudere i centri diurni per persone diversamente abili gestiti dalle cooperativa Herasmus e L’Aquilone. Il clima era decisamente pesante nel palazzo municipale lunedì mattina quando – appunto – è stata resa nota la notizia del licenziamento, atteso peraltro da settimane – dell’assessore Nervino.

Da parte della maggioranza nessun commento ufficiale e tantomeno sui social a conferma che la situazione è decisamente pesante anche il tono e per la forma utilizzati dal sindaco Taddeo per dare il benservito ad un’assessora che ha avuto il coraggio, personale ed amministrativo, di esternare il suo dissenso su una scelta che non ha condiviso. L’operatività della Giunta ora è il problema più impellente. Il Sindaco ha assunto a sé l’interim delle politiche sociali dopo averlo fatto lo scorso giugno dopo le dimissioni dell’assessore ai Lavori Pubblici, anche lei di Forza Italia, Eleonora Zangrillo. Ma al momento l’esecutivo con cinque assessori uomini in carica per deliberare ha bisogno di un’altra assessora donna oltre alla delegata alla cultura Luigia Bonelli. C’è bisogno di tutelare le quote rose ed è assai improbabile che il sindaco sostituisca Eleonoza Zangrillo e Rosita Nervino immediatamente anche perché le deleghe ricoperte hanno un portafoglio finanziario di medio-alta fascia. Di sicuro si tratta di nomine che legittimamente rivendicherà Forza Italia anche se i cespugli formatisi negli ultimi mesi all’ombra della maggioranza Fi-Fratelli d’Italia da tempo chiedono (i consiglieri Francesco Di Nitto e Antonio Capraro in primis) spazio e visibilità nell’esecutivo di centro destra. Il Sindaco sa per prima di dover calibrare ora le sue mosse anche se non ha brillato in diplomazia e attendismo con la revoca dell’assessore Nervino.

Dall’interessata al momento nessuna replica ufficiale che potrebbe arrivare – attraverso una conferenza stampa, una nota o alcune dichiarazioni – solo dopo che il suo punto di riferimento nella coalizione, il luogotenente dei Carabinieri Pietro De Meo, avrà ottenuto i giusti chiarimenti da parte del sindaco di Formia su quanto deciso nel pesantissimo e, per certi versi, offensivo decreto di revoca firmato sabato mattina. Secondo alcune indiscrezioni il tipo di risposte che riceverà De Meo – con i suoi 620 voti è stato determinante per la vittoria alle amministrative dell’ottobre 2021 anche se poi ha rinunciato al mandato amministrativo per ….un suo ricorso al Tar pendente contro il Comune – condizionerà la qualità della replica dell’ex assessore Nervino nei confronti della quale nessuno – ma proprio nessuno – della maggioranza in maniera ufficiale ha espresso parole di vicinanza e di solidarietà.

In effetti le parole del Primo Cittadino sono state davvero spietate – secondo alcuni osservatori forse erano dirette ad evitare di far nascere forze centrifughe nella sua maggioranza bulgara e numericamente iper-sufficiente – ricordando l’atteggiamento controcorrente dell’ex assessore di non sostenere il progetto della sua maggioranza di realizzare (quando?) un centro diurno comunale, di aver partecipato l’altra mattina (“la sua passiva presenza ha assunto il chiaro significato politico di contrapposizione e non condivisione del percorso amministrativo in atto per il governo della Città di Formia”) e di aver vuotato il sacco il giorno dopo in occasione della commissione servizi sociali. L’ex assessore avrebbe voluto pubblicare un bando per la prosecuzione del servizio in vista della realizzazione del centro diurno nella primavera 2025 (chissà in quale zona della città?) ma, nonostante il parere positivo di contabilità del dirigente bilancio Daniele Rossi e di quello tecnico della dirigente del settore Tiziana Livornese, la delibera non è stata mai approvata per i veti della segretaria comunale Marina Saccoccia. Per il sindaco di Formia quello della dottoressa Nervino è stato un “comportamento di non condivisione e di contrapposizione rispetto all’indirizzo del Sindaco e dell’Amministrazione. Più volte l’assessore ha mostrato di dissentire dalla linea politica programmatica di questa amministrazione, rimarcando il proprio distacco anche con ingiustificate assenze dalle sedute di giunta”. Insomma il comportamento dell’assessora Nervino – la verità potrebbe essere un’altra: è venuto meno “l’imprescindibile rapporto di fiducia” anche da parte di altre due assessori donne – Chiara Avallone ed Eleonora Zangrillo – che volontariamente negli ultimi mesi hanno deciso di lasciare in silenzio ed eleganza l’amministrazione formiana? Perché non ha fatto altrettanto Rosita Nervino? Sperava che talune protezioni politiche convincessero il sindaco Taddeo ad essere più mite e meno diretto?

LA SOLIDARIETA’ DELLE CONSIGLIERI ARNONE E VILLA

Le prime a solidarizzare con l’ex assessore alle politiche sociali del comune di Formia sono state due donne che siedono tra i banchi delle minoranze. La prima in ordine di tempo è stata lunedì mattina il capogruppo di “Guardare Oltre” Imma Arnone: “La solidarietà va a chi ha osato dissentire su una scelta disumana, a chi ritiene che la libertà di pensiero debba essere rispettata e a chi comprende che le questioni sono complesse e che non si può liquidarle con pseudo artifici amministrativi privi di cuore e dignità . Tutt’oggi il Sindaco ha in mano un’altra delega, che si aggiunge a quella dei Lavori Pubblici dove l’Assessore Eleonora Zangrillo che non ha avuto nemmeno l’onore di una menzione. Gli assessori donna non meritano neanche un ringraziamento formale. Una solidarietà a a chi dissente dai Padroni, spero che facciano lo stesso quei consiglieri di maggioranza che hanno un’anima”.

Se la dottoressa Arnone parla di un “uomo solo al comando”, per l’ex sindaco Paola Villa la revoca della delega all’ormai ex assessore dei servizi sociali Nervino evidenzia un dato preoccupante: “chi non si allinea è fuori, chi non sostiene l’amministrazione targata Taddeo – Cardillo Cupo in scelte scellerate, come quella di chiudere i centri diurni per disabili è fuori, e solo toni accusatori, anche molto violenti, verso l’operato di un assessore che è scelta del sindaco”.

Dopo il capogruppo del Pd Luca Magliozzi anche la consigliera di “Un’altra città” asserisce che a bloccare il contributo ai centri diurni per disabili sarebbe stata la segretaria generale, la dottoressa Marina Saccoccia e le riserve sul blocco dell’attività sarebbero state esternate anche dal vice sindaco ed assessore al turismo Giovanni Valerio: “Allora perché ‘punire e offendere’ la sola Nervino? Perché il vicesindaco resta in carica? Semplice. Perché il vicesindaco è garantito dal presidente del consiglio comunale, Pasquale Cardillo Cupo, che garantisce 4 voti in consiglio comunale, la Nervino non è protetta da nessuno, anzi il suo “posto” è ambito da tanti…tanti cani intorno all’osso”.

Paola Villa ha alzato lo scontro nei confronti dei silenziosi consiglieri di maggioranza sull’argomento e del presidente della commissione della commissione  Giuseppe Antigiovanni: “Come mai non proferisce una parola sull’accaduto, anche lui era in commissione, anche lui ha ascoltato ciò che sto riportando, anche lui non era in linea con quanto deciso dal sindaco e dalla sua fedelissima segretaria, come mai non dice una parola?” Anche l’ex sindaco si dichiara convinto sulla realizzazione nella prossima primavera di un centro comunale diurno  “ma alla richiesta di poter vedere il progetto e conoscere le modalità di attuazione,  luogo, personale da assumere e come, tutto tace e nulla c’è. Eppure marzo 2025 è vicino, molto vicino. Ma il sindaco sa che su quel centro nessuno deve mettere bocca e mani, perché le figure che coinvolgerà devono “garantire” appoggio politico alle prossime elezioni comunali”.

Anche la professoressa Villa dubita che sia legittimata a deliberare con la sola assessora Bonelli: “A nostro avviso ‘no’ fin quando non avrà ristabilito il giusto equilibrio tra assessori maschi e femmine.  Nel frattempo, i cittadini disabili, le loro famiglie e gli operatori dei centri possono guardare le magnifiche lucette, nel frattempo Formia assiste inerme ad una vera lotta tra bande, con metodi discutibili, offendendo i beni pubblici, la democrazia e la libertà di tutti noi”.

LA PREOCCUPAZIONE DEL PD

E non manca di emergere anche la posizione del Partito Democratico di Formia. E’ il capogruppo Luca Magliozzi a sottolineare che quello dell’assessora Nervino non è solo un licenziamento, ma è la chiara condanna alla “cancellazione di fatto delle politiche sociali a Formia”.

“La colpa della Nervino” – aggiunge ancora – “è di aver convocato una commissione servizi sociali e di essersi posta il problema di 15 famiglie rimaste senza assistenza anche per una scelta sbagliata della stessa Amministrazione? Per una volta, il Sindaco ci mette la faccia e non si nasconde dietro fantasiosi pareri tecnici: non spetta a lui risolvere il problema degli unici centri diurni per la disabilità di Formia che rischiano di scomparire. D’altronde da quando l’Herasmus ha chiuso, non ha mai voluto incontrare le famiglie, né dato nessuna rassicurazione.  Ha solo ribadito che questo è un problema che riguarda dei privati. Sembra quasi che la disabilità sia diventata un fastidio. Peccato che seguendo questa logica, dovrebbe licenziare anche tutti i consiglieri di maggioranza che hanno partecipato all’ultima commissione servizi sociali: all’unanimità si era deciso di chiedere agli uffici di trovare una soluzione affinché si permettesse al centro di riaprire in attesa dell’attivazione di un centro diurno comunale. Dopo la lettera di Taddeo, appare chiaro che anche questo piccolo sussulto di umanità rischia di essere travolto dall’assurda volontà di un Sindaco che ha deciso di far scomparire il sociale dalla città di Formia”.
“A Formia in questi giorni si è consumata una vendetta all’interno della Giunta Comunale che dimostra, ancora una volta, il modo personalistico, autoritario e non autorevole, di gestire il nostro Comune da parte del Sindaco” – gli fa eco il consigliere Alessandro Carta – “Un Sindaco che non apre nessun dialogo, nessuna comunicazione con la città sulle scelte che determinano grossi impatti sulla collettività. Dai centri diurni, dove nega incontri ai familiari dei disabili e agli operatori, trincerandosi dietro comunicati con tratti di sufficienza e arroganza, al menefreghismo dimostrato nei confronti di alcuni comitati dei cittadini, da lui ritenuti politicamente ‘ostili’. Nel decreto di revoca dell’ex assessore Nervino si afferma che “in questi anni di vita amministrativa, l’Assessore nella sua azione politica non ha proposto interventi significativi e di rilievo nell’ottica della implementazione della rete di servizi sociali, tale da intercettare ed affrontare in concreto le varie fasce di bisogno sociale. Si tratta non solo di giudizio negativo sulle qualità e sull’operato dell’assessore, ma anche del solito tentativo del Sindaco di scaricare su altri i fallimenti e i ritardi della sua amministrazione”.